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Happyvoyage

"MYSTERY ISLAND un'atollo incontaminato dove puoi emozionarti vivendo in simbiosi con la natura e la gente del posto"
Samantha Bevilacqua

Per me viaggiare significa provare a vedere come vive la gente del posto, emozionarmi davanti a loro. Permettetemi di raccontarvi questa giornata vissuta in uno dei posti più esclusivi al mondo!

Ci troviamo nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico, precisamente nell’arcipelago delle Vanuatu, sul limite orientale del Mar dei Coralli, uno dei territori più distanti dall’Italia che si possano immaginare. L’isola può essere raggiunta solo tramite aeroplano o via mare tramite navi da crociera. Noi abbiamo seguito il percorso via mare e con una lancia siamo approdati al molo di questo splendido atollo. Lo spettacolo inizia fin da quando saliamo sulla lancia: una perla verde incastonata nel blu delle acque circostanti, ecco cosa vedono i nostri occhi. Inutile dire che la visione è da togliere il fiato e ci viene in mente solo una parola per descrivere cotanta meraviglia: “paradiso”!

Un’isola misteriosa, acque turchesi ricche di una fauna a noi sconosciuta, una grotta sottomarina da esplorare, spiagge bianchissime, palme lussureggianti, un messaggio galleggiante in una bottiglia. No, non sono gli elementi di un romanzo di avventura di Jules Verne né quelli di un sogno ancestrale. Quando la realtà supera la fantasia parliamo di Mystery Island!

Una volta approdati a terra iniziamo a fare una piacevole passeggiata intorno all’isola. Non occorre molto tempo per visitarla tutta, circa 40 minuti possono bastare, e non si rimane certo delusi! L’atollo è un posto spartano, dove non ci sono resort supermoderni per turisti che stravolgono l’habitat naturale, e dove il landscape è rimasto intatto. Siamo felici di scoprire infatti che tutta l’area circostanti fà parte di una zona marina protetta. Mentre passeggiamo scorgiamo delle capanne abitate un tempo dai Ni-Vanuatu. Sono abitazioni per lo più quadrangolari, che consistono in un tetto a due spioventi sostenuto da un gran numero di pali di legno, mentre le pareti sono rivestite da stuoie intessute con fibre di foglie di cocco. Nel corso della nostra passeggiata scorgiamo persino quella che a noi sembra una casa sull’albero, ma che probabilmente veniva usata come torre di avvistamento. Siamo talmente immersi in questi scenari che immaginiamo di essere dei Robinson Crusoe o Chuck Noland impersonato da Tom Hanks nel film Cast Away.

Ma torniamo alla realtà e continuiamo la scoperta dell’isola, rientrando nei pressi del molo. Questa parte dell’atollo pullula di turisti ma anche di gente locale ovvero gli abitanti della vicina isola di Aneityum. Si, perché Mystery Island è in realtà un’isola disabitata, in quanto secondo una credenza locale il posto è invaso dagli spiriti. Tale superstizione non impedisce però ai melanesiani di venire, nei giorni in cui ormeggiano le navi, per vendere gingilli, cocchi freschi, cibi locali, kava (una bevanda estratta da una pianta locale, che ha l’aspetto di un bicchiere di acqua sporca, ma dall’effetto sedativo), e per offrire delle escursioni intorno all’isola. Dopo aver fatto un giro e aver letto diversi cartelli con le offerte dei tours decidiamo di farne uno. Dopo una breve contrattazione del prezzo, ci accingiamo a iniziare il nostro giro in barca che ci permetterà di  vedere alcune attrazioni nelle acque circostanti. Noleggiamo pinne, maschere e…soprattutto ci muniamo di crema protettiva, perché qui il sole picchia e anche tanto!

Saliamo a bordo della nostra piccola imbarcazione. Lo scafo è fatto di tavole di legno e attaccato alla poppa vi è un piccolo motore. Troviamo un posto in cui sederci mentre, in piedi, alle due estremità stanno i nostri ciceroni locali.

Prendiamo lentamente il largo per raggiungere la nostra prima tappa: il relitto di un veliero semi-inabissato risalente alla seconda guerra mondiale. Lungi dall’essere un luogo privo di vita, questo relitto pullula di fauna marina. Non ci immergiamo in queste acque, anche perché l’acqua è talmente cristallina da permettere di vedere il fondale anche dalla barca.

Riprendiamo la navigazione per raggiungere la tappa successiva: il cimitero del mare. Si tratta di una grotta sottomarina, situata a circa 6 metri di profondità, sotto ad una parete di roccia, nella parte opposta rispetto al molo. Le nostre guide locali, ci spiegano che un tempo, prima dell’arrivo degli occidentali, i melanesiani usavano quest’anfratto come luogo di sepoltura dei loro cari. Ma quando arrivarono i missionari, ritennero che i defunti meritavano una sepoltura più onorevole, così dopo secoli, la grotta non venne più utilizzata come cimitero. Ancora oggi, immergendosi è possibile imbattersi negli scheletri centenari dei melanesiani.

Mentre riprendiamo la navigazione, poniamo ai nostri ciceroni una domanda che è d’obbligo per chi visita questo posto. Perché l’isola si chiama Mystery Island? Ci spiegano che quest’isola fu scelta negli anni ’70 dalla Regina Elisabetta per una visita. Un giornalista, che voleva scrivere un articolo su questo evento, chiedeva insistentemente il nome dell’isola, che a quanto pare all’epoca non compariva nemmeno sulle mappe. Gli fu detto che il nome di questa terra è “Inyeug” che significa “piccola isola”. Il giornalista però pensò che se il titolo dell’articolo fosse stato “Sua Maestà visita Mystery Island” piuttosto che “Sua Maestà visita la piccola isola”, avrebbe venduto molte più copie. E così la piccola isola fu ribattezzata e divenne nota al mondo intero come Mystery Island. Siamo rapiti da queste storie. Ma a un certo punto la nostra guida a prua richiama la nostra attenzione. C’è una grande tartaruga che nuota intorno alla nostra barca. Ci troviamo infatti in una secca dove è facile avvistare le testuggini, ovvero la terza tappa del nostro mini-tour.

Felici per questo avvistamento ci apprestiamo a raggiungere la quarta e ultima tappa, ovvero la barriera corallina dove faremo snorkeling. L’adrenalina sale perché quello che desideravamo vedere di più era proprio il reef con la sua fauna. Ma eccoci arrivati! Le nostre guide ci raccomandano di non toccare i coralli, ma solo di osservare. Indossiamo pinne e maschere e ci tuffiamo. Alla nostra vista si offre uno spettacolo bellissimo e multicolore, costituito da zanclidi dalle belle striature, pesci farfalla, pesci pulitori, e variopinte stelle marine. Purtroppo ci accorgiamo tristemente di una cosa. Il bleaching ovvero il fenomeno dello sbiancamento della barriera corallina non è qualcosa di cui parlano nefasti scienziati o ambientalisti. Purtroppo è una realtà che abbiamo potuto appurare anche noi. E il fenomeno continuerà ad avanzare con l’innalzamento della temperatura dei mari. Siamo grati di aver potuto vedere  questi scenari mozzafiato e ci sentiamo pervasi da un profondo senso di ammirazione e  rispetto per questo ecosistema che mai come in quest’epoca ha bisogno di essere salvaguardato. Mentre proviamo una vasta gamma di emozioni, le nostre guide ci chiamano per risalire in barca. E’ tempo di tornare sull’isola.

Ed eccoci di nuovo  su Mystery Island. Più la conosciamo e più ci piace e ci entusiasma. Decidiamo di dedicare un po’ di tempo per conoscere i locali. Facciamo presto conoscenza di alcuni bambini. Sono felici e spensierati e poco consapevoli per privilegio che hanno di poter vivere in posto paradisiaco. Chiediamo ai loro genitori il permesso di fare loro qualche foto. E i bambini si lasciano fotografare molto volentieri. Ma ad un certo punto qualcosa richiama la loro attenzione e tutti corrono in una direzione. Decidiamo di andare anche noi a vedere spinti dalla curiosità e di colpo ci troviamo “all’aeroporto”….beh a noi non sembra proprio …. Ma si tratta veramente dell’aeroporto di Mystery Island. In realtà vi è una specie di casello oltrepassato il quale ci si trova davanti ad una pista di atterraggio. E’ appena atterrato un piccolo aeroplano della compagnia Air Vanuatu, dal quale cominciano a scendere dei passeggeri. Sono dei locali provenienti da una vicina isola. Non ci sono hostess a dare indicazioni. Il pilota fa factotum: scende dal velivolo, apre uno sportello situato nella parte anteriore e comincia a scaricare i bagagli. Nel frattempo “il personale di terra” ovvero un ragazzo locale che indossa un giubetto ad alta visibilità, su una specie di carriola ha portato al centro della pista, i bagagli dei passeggeri che prenderanno il prossimo volo, o per meglio dire, lo stesso aeroplano che ripartirà a breve. Questa scena si ripete più volte al giorno e tutte le volte i bambini del posto corrono a vedere.

Torniamo al villaggio e ci fermiamo davanti ad una capanna, dove i Ni-Vanuatu, vestiti in modo tradizionale intonano delle canzoni che parlano della loro bella isola. Notiamo altresì un calderone con la scritta “Cannibal Soup”,  ci fa sorridere e ci ricorda un triste retaggio di alcune delle isole della Melanesia e della Polinesia, dove un tempo veniva praticato il cannibalismo.

Come ogni turista che si rispetti acquistiamo qualche souvenir prima di lasciare questo splendido posto, e scattiamo le ultime foto con la tipica collana e corona di fiori. Qui questa foto è un vero must!

Mystery Island non è solo lo stereotipo dell’immagine da cartolina tropicale con palme da cocco e sabbia bianchissima. La piccola isola misteriosa è molto di più e ci ha generosamente svelato tutti i suoi misteri fatti di natura con la “N” maiuscola, relitti, immersioni, snorkeling, flora e fauna preziose e da tutelare, un villaggio remoto, folklore, gente amichevole e sorrisi che ci rimarranno nel cuore!

 

 


 

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